America, 1930. Il proibizionismo vieta tutti gli eccessi e mette al bando fabbricazione, vendita e importazione di alcol.
Questo significa che negli anni ‘30 gli Americani erano tutti, sempre, sobri? No. Significa che trovavano metodi alternativi per riunirsi e brindare. E lo facevano dietro le saracinesche abbassate di latterie e barbieri, in posti che in pochi conoscevano, dove bisognava parlare a bassa voce: gli speakeasy.
Quasi novant’anni dopo, a Milano, lo Speakeasy 1930 è nato proprio per rivivere l’atmosfera di quei tempi. Dopo aver consigliato dove bere un buon cocktail a Milano, questa volta ci dedichiamo a un locale segreto per veri intenditori.
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Marco, classe 1985, ha cominciato a lavorare nei bar a 17 anni, lavando i bicchieri in un locale di un paesino non lontano da casa, Trezzano Rosa. Capisce immediatamente che vuole trovarsi dietro al bancone e inizia a spostarsi di locale in locale finché non conosce Flavio al Fashion Cafè. Flavio gli fa da maestro: gli insegna le regole del bartendering e lo indirizza verso il modo giusto di gestire un locale. Insieme, decidono di prendere in gestione il Mag, oggi locale di punta della movida di milanese.
Il successo del Mag non gli basta: vogliono aprire qualcosa di nuovo, di diverso, che gli permetta di coccolare i loro amici. Così, l’idea di un locale nascosto, conosciuto solo dalle persone giuste. Un locale dove il tempo si è fermato e dove ci si sente dei veri privilegiati.
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In una via vicino a Piazza Cinque Giornate c’è un negozio aperto anche di notte, con la serranda a metà, e un ragazzo, in baffi e cravatta, a curare l’entrata. Passa inosservato, com’è giusto che sia.
Per trovare il 1930 non vi servirà acquistare la guida più esclusiva di Milano, e non servirà a niente nemmeno chiedere informazioni in giro per la città. Dovete andare al Mag, cercare i proprietari e approcciarvi a loro esaurendo tutte le vostre riserve di fascino e dimostrando che siete brillanti e meritevoli della loro fiducia.
Vi sembra un impegno troppo grande per un altro pub? Peccato che il 1930 non sia un altro pub. Non è nemmeno un pub. È un posto unico, dove reciterete a soggetto sicuri di intraprendere al meglio il ruolo di un gangster irlandese espatriato a New York o di un’attrice di Hollywood sfortunata e malinconica.
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Perché sicuri? Perché vi ritroverete in un’ambientazione unica e assaggerete i migliori cocktail di Milano, entrambi dettagli che vi aiuteranno a calarvi nella parte.
Appena entrati, vedrete un bancone lungo di legno, distillati ben in vista e camerieri esperti con bicchieri in mano.
Potrete sedervi su uno sgabello, o sprofondare nelle poltrone di pelle ammirando i lampadari sopra di voi. Tutto è studiato nei minimi dettagli: dall’abbigliamento di chi ci lavora, alle repliche vintage di bicchieri e soprammobili.
In quando al bere, il Grand Marnier è il protagonista assoluto.
Per i profani, e fareste meglio a informarvi prima di cercare di sgattaiolare dentro il 1930, il Grand Marnier è un brand creato nel 1880 da Louis- Alexandre Marnier-Lapostolle, che unisce l’arancia citrus, raffinata e profumata, ai cognac super selezionati e invecchiati in botti di rovere. Il risultato è un sapore unico e inconfondibile.
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C’è chi lo beve on the rocks e chi lo usa per insaporire le ricette, come le crèpes. E c’è chi, come Flavio e Marco, lo usano per creare cocktails indimenticabili, eleganti e puliti.
Perché, come dice Marco, è importante bere bene piuttosto che bere tanto.
Il 1930 Cocktail Bar è su Facebook: www.facebook.com/1930milano