Qualche anno fa, quando è esplosa la giappo mania, i milanesi non si sono tirati indietro. Gli abitanti della città hanno imparato a usare le bacchette e le strade si sono riempite di ristoranti giapponesi.
Dietro questa ventata di novità nipponica, però, si nascondono quelli che non riescono a rinunciare alla forchetta e quelli che hanno trasformato il loro ristorante cinese in un elegante all you can eat di sushi e pollo alle mandorle.
Sperimentare la vera cucina di Tokyo è, però, possibile. Basta seguire i nostri consigli!
Ha aperto vicino alla metro di Moscova quando ancora pochi si schieravano pro o contro il sapore del wasabi: Osaka fa parte della tradizione giapponese di Milano.
I suoi spazi, raffinati e minimal, sono stati pensati per accogliere non sono gli abitanti della città, ma anche i giapponesi in visita: è per questo che parte del menù è scritta in giapponese. Il sito dedica una sezione allo chef, Ikeda Osamu, classe 1969: diplomato alla scuola di cucina di Akita, ha vissuto a lungo in Francia prima di trasferirsi in Italia e diventare capocuoco di Osaka.
Andateci a pranzo, per poter approfittare delle promozioni sui piatti. Vi consigliamo il sashimi, super fresco e scelto con cura, e un piatto di Soba: non hanno prezzi eccessivi e sono davvero gustosi.
milanoosaka.com
Shiro nasce nella provincia giapponese di Nagano nel 1946. Dopo aver concluso gli studi alla scuola di cucina, decide di trasferirsi a Roma. Inizia a lavorare in un ristorante giapponese quando ancora gli unici habitué erano facoltosi uomini d’affari che viaggiavano in Italia per scoprire le sue bellezze artistiche.
Il proprietario del ristorante decide si trasferirlo alla filiale di Milano, in via Eustachi. Poporoya, al tempo, era solo un negozio alimentare di prodotti giapponesi e Shiro si cimentava con la cucina a domicilio. È solo nel 1989 che Shiro acquista il locale, diventa indipendente e riesce a ottenere la licenza come ristorante.
Da allora, il nome di Poporaya è sulla bocca di tutti!
Orgogliosi della nostra eredità culinaria, siamo riusciti a italianizzare anche un prodotto così tipicamente orientale come i noodle e gli udon.
Puristi nipponici che ci leggete, non disperate. Italian noodles non ha storpiato nessun piatto, non ha lasciato che il pesto travolgesse gli altri sapori né che la cottura al dente fosse accettata come l’unica giusta. La rivisitazione dei piatti giapponese in chiave italiana prevede l’inserimento di prodotti freschi provenienti dai mercati italiani che migliorano il sapore del piatto, senza sconvolgerlo. Un esempio? Gli udon con gamberi, carciofi, salsa oyster e grana!
Le giornate si fanno più corte, le sere sono sempre più fredde e la voglia di mangiare un gelato si sostituisce con quella di tenere fra le mani una zuppa calda. Se di solito storcere il naso davanti al minestrone, preparatevi a essere sorpresi da Casa Ramen.
Nel quartiere di Isola, questo ristorante accoglie con un ambiente caldo e informale, con i menù sono scritti a mano sugli specchi. Casa Ramen, come dice il nome, si specializza in zuppe di ramen, brodi saporiti e gustosi presenti anche nella versione vegetariana. Altro punto di forza del locale sono le bibite, tutte 100% giapponesi, come le birre Hitachino Nest!
Avete presente il cartone animato Kiss me Licia? Ricordate il ristorante del padre di Licia e la sua specialità, quella specie di frittellina che faceva venire l’acquolina in bocca a voi e al gatto Giuliano? Ecco: la frittellina in questione si chiama okonomiyaki ed è una specie di pancake salato servito con una salsa dolce sopra. Maido, in via Savona, è il posto perfetto se vi siete stancati dei roll e volete provare piatti meno noti della cucina giapponese.